VARANASI

La città sacra degli hindu



Varanasi è un pugno nello stomaco, è forte e fa male, ma bisogna superare il dolore iniziale ed affrontarla nuovamente.

Le rive del Gange
Le rive del Gange

Città sacra degli induisti, Varanasi è l'unico luogo al mondo in cui gli uomini possono sfuggire al samsara, l'eterno ciclo di morte e rinascita.

Per questo motivo ogni giorno folle di indiani si riversano sulla riva occidentale del Gange (quella orientale è considerata impura, e quindi non ci sono costruzioni) per compiere le abluzioni mattutine bagnandosi con l'acqua sacra del fiume.

Ogni vero indù dovrebbe, almeno una volta nella vita, compiere il pellegrinaggio a Varanasi.

Varanasi è anche il luogo migliore in cui morire e farsi cremare, ragion per cui in prossimità delle rive del Gange si ammassano malati senza speranza e moribondi, in attesa di morire e conquistarsi l'accesso al paradiso.

Abluzioni mattutine
Abluzioni mattutine

Le rive del fiume sono contese da chi fa le abluzioni per purificare i propri peccati, dai bufali che si rinfrescano, dai barcaioli con le loro sgangherate piroghe, dai cani che pisciano e bevono, dalle immondizie che galleggiano ovunque mischiate a collane di fiori offerte alla “madre Ganga”.

Come fanno? Come possono i fedeli immergere i loro corpi in un fiume che sarà anche sacro, ma è anche uno dei più inquinati al mondo?

Quel vecchietto sta immergendo il proprio corpo nelle sacre acque, poco distante da lui i bufali fanno lo stesso, e a 20 metri di distanza una carcassa di mucca galleggia gonfia e goffa sulle acque. Un cane nuota a fatica ed assale la carcassa strappandone brandelli. Il vecchietto continua imperterrito le sue abluzioni.

È felice: si è purificato dai peccati

Alba sul Gange
Alba sul Gange

Il modo migliore per capire la sacralità di Varanasi è osservarla dal Gange, il fiume che la bagna con le sue acque sacre.

È pieno di barcaioli che vorranno offrirvi un giro in barca all'alba o al tramonto.

Il giro di un paio di ore all'alba è veramente intenso e suggestivo.

L'alzataccia alle 5 del mattino mi ha ampiamente ricompensato: la luce dell'alba tinge la città sacra con colori caldi e la avvolge in un'atmosfera magica.

Dal silenzio del fiume puoi ammirare la vita e la morte: uomini e bambini seminudi e donne avvolte in splendidi e colorati sari bagnarsi nel fiume per le abluzioni purificandosi dai peccati commessi, mentre poco più in là cadaveri avvolti da un telo ed adagiati su cataste di legno sono pronti per la cremazione.

Cremazione in riva al Gange
Cremazione in riva al Gange

Il rito della cremazione non è cosa semplice: deve essere usata la giusta quantità di legna, ne poca né troppa, adatta a cremare completamente il corpo.

I corpi vengono trasportati, senza troppi piagnistei, in un breve corteo su una lettiga di bambù, coperti solo da un velo.

Arrivati al fiume vengono immersi per un attimo nelle acque sacre e poi poggiati sulla catasta di legno, pronti ad ardere. Infine le ceneri vengono gettate nel Gange.

Non tutti hanno la possibilità economica di essere cremati in questa maniera, i meno abbienti ricorrono ai forni elettrici, decisamente più economici.

La maniera migliore per assistere alle cremazioni è dalla barca, altrimenti andate direttamente al Ghat di Manikarnika, il luogo prescelto per le cremazioni.

Evitate di scattare foto come foste ad un matrimonio: è un funerale!!!

Dalla barca, con un buono zoom, nessuno vi vedrà ed il vostro obiettivo non darà fastidio come un intruso.

Cerimonia del Ganga Aarta
Cerimonia del Ganga Aarta

Al tramonto i ghat (le scalinate che scendono al fiume) si riempiono di vita, i fedeli si radunano per celebrare il Ganga Aarta, una cerimonia religiosa in cui vari bramini fanno offerte di luce, di profumi, di cesti di foglie e petali alle acque della Grande Madre.

Sul fiume i fedeli adagiano candele accese, simbolo dei loro sogni, sperando che la corrente li porterà lontano